Nel luglio di due anni fa visitai i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau (circa un chilometro e mezzo di distanza l’uno dall’altro).
Fu una delle esperienze più devastanti e arricchenti insieme della mia vita. Non si può capire niente di quello che è successo se non si calpesta l’erba che è nata dove sono morti milioni di uomini e donne.
La foto di allora che vi propongo l’ho scattata proprio mentre la mia visita si stava concludendo. Stavamo tornando verso l’autobus che ci avrebbe riportati ai rispettivi alberghi di Cracovia. E anche a una certa sicurezza e tranquillità personali, quelle di essere ancora vivi. Fu allora che pensai che io stavo tornando indietro, mentre tanta gente quel gesto non l’aveva mai fatto.
Oggi la Nazionale di calcio è andata su quei luoghi. Speriamo davvero che sia servito a qualcosa.